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Die Wahlverwandtschaften). Romanzo di Goethe. Le
A.e. nella prima idea di Goethe dovevano essere una novella che sarebbe
stata inserita nei
Wanderjahre. Successivamente l'idea originaria si
sviluppò in un romanzo, che Goethe iniziò a dettare nel maggio del
1808 e che venne pubblicato nel 1809. Considerata ormai una delle più
grandi opere narrative della letteratura mondiale, questo autentico capolavoro
venne accusato di immoralità, malgrado i contrari intendimenti
dell'autore, il quale si era ispirato all'affermazione di Gesù: "Chiunque
guardi la donna d'altri con desiderio ha già commesso adulterio nel suo
cuore". Il titolo allude a quel fenomeno chimico per il quale due elementi
associati, sotto l'azione simultanea di due altri elementi, si disgregano,
associandosi con questi ultimi in due nuove coppie. Goethe trasferì
questo fenomeno nel campo dei sentimenti umani. Il romanzo narra la storia di
una passione che disgrega un matrimonio dando vita a delle nuove coppie. Esso
rivela il contrasto tra legge naturale e legge morale e l'ambiguità
tragica dell'amore e della vita, il contrasto tra essenza e apparenza. La
vicenda si svolge in un castello di un luogo indeterminato della Germania.
Edoardo, nobile tedesco, e la moglie Charlotte vivono serenamente in questa
lussuosa residenza finché decidono di invitare al castello un amico, il
Capitano, e la nipote di Charlotte, Ottilie. Progressivamente si assiste
all'evolversi dei loro rapporti. Così Charlotte viene attratta dal
Capitano e Eduard da Ottilie. Una sera, entrato Eduard nella camera di
Charlotte, i due vivono una notte d'amore, pensando però di stare
abbracciati l'uno a Ottilie l'altra al Capitano. Dall'unione degli sposi nasce
un bambino che il destino, quasi a testimoniare il tradimento di Eduard e
Charlotte, fa assomigliare negli occhi a Ottilie e nel volto al Capitano. Il
piccolo viene affidato a Ottilie, in un certo senso la madre naturale. Ma,
durante una gita in barca, il bambino muore annegato a causa di una
disattenzione di Ottilie, distratta dalla lunga assenza di Eduard. Sconvolta
dalla morte del bambino, Ottilie decide di ritornare nel collegio dove risiedeva
prima di giungere al castello, poi, dissuasa da Eduard, accetta di rimanere ma,
ormai disperata, si lascia andare in attesa di una morte riparatrice. Non
resistendo al dolore della sua scomparsa anche Eduard si ammala e muore. I due
amanti vengono sepolti in una cappella comune. Nel romanzo si fondono chiarezza
e profondità, enunciazione e allusione, il tutto tenuto assieme da una
prosa perfetta e da una struttura regolare. Acutissima è l'analisi
psicologica condotta dall'artista. Nel personaggio di Eduard si scorge un emulo
del giovane Werther: in un primo momento egli mostra un temperamento infantile e
narcisistico poi, travolto dalla passione amorosa, precipita verso l'infinito,
verso l'amata liberando tutto quanto era stato represso e tenuto nascosto nel
suo animo. Charlotte è un personaggio che potremmo definire razionalista,
figlia del secolo dei lumi ormai declinante, una figura che, come coloro che si
dedicano al culto della ragione, non comprende la passione, la morte, la natura,
convinta di poter domare tutto con il buon senso. Contro le tre grandi forze che
dominano nel romanzo, morte natura passione, cerca di creare degli argini che la
proteggano. Ma anche lei sarà travolta dalla forza misteriosa del
destino. Ottilie è la figura più vicina all'autore, quella che
è al di sopra e al di sotto del mondo umano di Charlotte, a contatto con
la materia e con le forze celestiali, quasi angelo, eternato dopo la morte. La
fine del romanzo, con la morte dei due amanti, rende possibili due conclusioni:
la prima, quella terribile, terrena che vede la forza del destino, della
necessità dominante nella vita umana; la seconda, quella celeste,
dell'esistenza di uno spazio dove qualcuno di noi può penetrare, vivere,
agire.